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Tra Anthony Joshua e Joseph Parker un mondiale da 4 sigle
Guardando a mente fredda il match di domani sera al Principality Stadium di Cardiff tra i massimi Anthony Joshua e Joseph Parker dà l’idea di un match di routine con favorito a senso unico, rimane difficile non vedere l’inglese vincitore. Ma quando lo vai ad analizzare la cosa si complica. Prima di tutto sono in palio ben 4 sigle (WBO- WBA- IBO-IBF), siamo quindi a un punto dal campionato assoluto, tenendo sempre presente che sul ring saliranno due campioni del mondo. L’altra considerazione è che si tratta di due pugili ancora imbattuti, una selezione che si è andata assottigliando lasciando in gioco oltre ai due anche Deontay Wilder e Jarrell Miller, parlando logicamente di chi sta a vertici. L’imbattibilità si sa nasconde le sue ovvie insidie e si va a scavare magari in qualche difficoltà capitate agli imbattuti. Nella storia dei pesi massimi non sono state rare le sorprese, capitate ai campioni favoriti dal pronostico. Joshua ha indubbiamente un record più esaltante con 20 match tutti vinti prima del limite, ma è sotto osservazione ugualmente soprattutto dopo il suo fantastico match con Wladimir Klitschko, nel quale ha navigato in un mare tempestoso per arrivare poi in un’isola felice. Il loro match è stato giudicato tra i più belli degli ultimi 10 anni, ma anche tra i più duri per non dire logoranti. Joshua ne è uscito ingigantito anche come carattere, cosa che fino ad allora gli si riconosceva a fasi alterne. La durezza di quel match potrebbe diventare un leggero sintomo, che l’inglese non ha fugato del tutto guardando il match disputato successivamente con Carlos Takam. Proprio quest’ultimo, pupillo della famiglia Cherchi, può servire come termine di paragone avendo incontrato anche Parker con il quale ha perso ai punti in un match senza titolo. Joseph Parker, giovane neozelandese, si mise in luce nel 2015 allorchè superò prima del limite Kali Meehan, altro neozelandese molto considerato per aver incontrato con alterna fortuna gente di valore mondiale. Parker è senz’altro un buon pugile, atletico, veloce e anche furbo. Non cerca la vittoria prima del limite, ma se capita l’occasione non se la lascia scappare. E’ diventato campione del mondo superando ai punti Andy Ruiz, un californiano imbattuto, e ha difeso il titolo contro Hughie Fury, fratello del più decantato Tyson. Niente di eclatante, ma il tutto dà la consapevolezza di un pugile solido che ha già annusato la fama e ora contro Joshua cerca la gloria.
(alb)